
Spiagge vuote? «Pesa il caro vacanze ma anche in Grecia i prezzi sono triplicati»- Corriere.it

Il suo non vuole essere un allarme, ma una sorta di richiamo per dire «non va tutto così bene». Perché per Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi (che associa 27 mila alberghi sui 33 mila italiani) e a sua volta imprenditore alberghiero, il caro prezzi e i salari al minimo degli italiani stanno cominciando a fare male anche al turismo.
Presidente, questa non doveva essere l’estate del sorpasso del 2019, anno di riferimento del turismo italiano?
«Questa è un’estate meno trionfale di quello che si dice. Non è che se vediamo Roma piena di turisti significa che tutta l’Italia sia affollata. Roma, Venezia, Firenze, Capri e la Costiera, il lago di Como: la loro è una corsa a parte. Il problema è il resto d’Italia».
Che sta succedendo?
«Succede che, come ha sottolineato una nostra ricerca, il 41% degli italiani quest’anno non andrà in vacanza e di questi quasi la metà per problemi economici. La contrazione dei consumi si fa sentire e lo vediamo nelle presenze, inferiori rispetto al 2022: la vacanza costa, allora si rinuncia».
Quali mete soffrono di più?
«Il mare soprattutto: sul 2022 registriamo un meno 10-15%. Le vacanze sono concentrate nelle due settimane centrali di agosto e poi nel resto del tempo gli alberghi non sono esauriti. Perfino in Puglia c’è un calo rispetto al 2022».
Non è forse colpa anche del caro vacanze?
«Sicuramente pesa, non il caro alberghi, ma tutto il caro vacanze, perché il costo dell’albergo per spesa viene dopo trasporti, ristoranti e discoteche. Sicuramente tutto pesa, soprattutto in un momento di pre-recessione che tocca le tasche degli italiani e incide sulle loro scelte. Ma questo accade anche fuori dall’Italia. In Spagna, Ibiza, Formentera, perfino in Grecia i prezzi sono triplicati. Non è un fenomeno italiano ma europeo».
Come risolverlo?
«Andrebbe affrontato il tema dell’intero costo della vacanza, non solo la stanza d’albergo ma tutto, a partire dai trasporti. E andrebbe tagliato il cuneo fiscale per aumentare i salari degli italiani».
Sono tornati gli stranieri?
«Sì, gli americani soprattutto, grazie al dollaro forte per loro l’Italia è una meta preferita, soprattutto le città d’arte che, rispetto al 2022, invece stanno vivendo un grande boom. Mancano i russi, o sono molto pochi, soprattutto in Versilia, dove infatti le presenze sono calate del 15%. E i tedeschi: anche per loro pesano l’inflazione e la recessione».
È pessimista per il 2023?
«No, i grandi numeri delle città d’arte possono compensare il calo del turismo nelle località marine e io sono fiducioso che a fine 2023 raggiungeremo i numeri del 2019. Ma l’obiettivo è riuscire a far tornare a viaggiare gli italiani in Italia».
Come giudica il disegno di legge sugli affitti brevi?
«Non è con un codice identificativo che si risolve la situazione. Avevamo chiesto l’obbligo del cambio della destinazione d’uso: bastava quello per far sì che ogni casa venduta come una stanza d’albergo seguisse le nostre stesse regole, così è una concorrenza sleale che danneggia tutti, turismo e città, anche i sindaci se ne sono accorti. L’affitto breve non va vietato, va regolamentato».
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09 ago 2023
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